Era il mese di Marzo quando, tra le righe di
questo blog, scrivevamo dell'idea di un viaggio impossibile, o se non tale, almeno
fuori dall'ordinario, una lunga spedizione via terra a bordo di un
vecchio pulmino dall'Italia fino al Togo, piccolo paese dell'Africa
Occidentale, un viaggio
dell'associazione AFRICASA con l'obiettivo di trasportare, nel
villaggio di Dafo, il materiale necessario per la costruzione di un
pozzo alimentato con pannelli solari ed un mezzo per il trasporto
pubblico. Da quei giorni di Primavera il progetto si è evoluto e, giorno
dopo giorno grazie all'aiuto indispensabile di molte persone, è diventato possibile
e ha permesso agli amici della comunità di Dafo di avere finalmente un facile
accesso all'acqua e, con un pulmino, un minor isolamento del villaggio.
A partecipare alla spedizione è stato un gruppo
eterogeneo di ragazzi e ragazze accomunati dalla passione per l'Africa, dal
fascino antico del viaggio via terra e dal desiderio di mettersi in gioco in
qualcosa che avrebbe dato dei risvolti positivi anche per gli altri. Un gruppo
formato da Stefano Caruso di Trapani, Roberto Raviola di Torino, Chiara Beligni
di Firenze, Giacomo Bruni di Perugia, Vilma Valloni di Rimini, e qui dalla
Valle, da Daniele Novelli di Pennabilli e Toni Bocale di Novafeltria che, per
oltre 9.000 chilometri hanno condiviso questa fantastica esperienza che ancora
va avanti poiché, proprio in questi giorni, alcuni di essi stanno terminando i lavori
di costruzione della rete idrica e nel giro di poche settimane sarà
finalmente possibile, per gli abitanti di Dafo, recuperare comodamente l'acqua
quotidiana direttamente da un rubinetto nel centro villaggio evitando quindi,
soprattutto a donne e bambini, un percorso di un chilometro nella boscaglia e
il relativo trasporto manuale. Ma come
detto precedentemente tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l'aiuto di
amici e benefattori che hanno preso a cuore il progetto dell'associazione
AFRICASA e hanno creduto in prima persona alla sua realizzazione. E' il caso di
Mauro Pula della IRCI di Pietracuta che ha sostenuto la
realizzazione dell'impianto idrico del villaggio fornendo il materiale
necessario per la sua costruzione: pannelli solari, materiale idraulico e la
pompa a immersione che sono in fase d'istallazione in Togo e che renderanno
concreto questo progetto, daranno maggior significato a questo viaggio e
soprattutto saranno un aiuto quotidiano alla popolazione di Dafo. Ma un
ringraziamento va anche a Stefania Sanfilippo di Civitavecchia che ha
partecipato attivamente a finanziare la costruzione della rete idrica, Antonella
Riitano di Bologna che ha donato la seconda auto del viaggio, Antonio
Venza e l'ottica Catello di Trapani che hanno fornito occhiali da
vista per il dispensario togolese di Elavanyo.
Raccontare in queste righe le emozione del
viaggio e degli incontri avvenuti lungo la strada è un'impresa maggiore del
viaggio stesso, resta addosso come la sensazione di aver fatto un bel sogno
dove al risveglio i particolari riaffiorano in maniera imprevista. Così il
primo ricordo risulta quello più lontano nel tempo, quello relativo all'inizio
del viaggio e all'emozione della partenza condivisa con gli altri ragazzi,
seguita dalla preoccupazione del giorno successivo, quando ancora in Francia la
seconda auto della spedizione ha dovuto fermarsi per la rottura del cambio.
Oltre la Francia e la Spagna i ricordi assumono ora un sapore diverso parlando
del Marocco, si tingono di un'altra cultura e di altre tradizioni e si
disperdono dilatandosi come attraversando il deserto del Sahara, qui le
sensazioni e i ricordi sono, come la settimana di dune e d'oceano, senza punti
di riferimento se non negli innumerevoli posti di blocco nei territori del Sud
e negli incontri serali nelle città carovaniere sotto una coperta di stelle.
Della Mauritania la memoria si tinge della gioia di ritrovare gli amici di
Nouadhibou, vedere che il progetto della costruzione di una scuola per gli
orfani di un quartiere periferico della città, anticipatomi nel viaggio di
due anni prima, è un cantiere che ormai è pronto a vedere la fine e a riempirsi
di bambini. Un viaggio di incontri con persone speciali, capaci di lottare
oltre le difficoltà, come nel caso di suor Carmen della missione di Kati in un
Mali appena ripresosi dalla guerra civile, che salva le ragazze dal degrado
della prostituzione per insegnarli un mestiere di parrucchiera o sarta
donandoli un futuro, o delle donne dell'orfanotrofio di Loumbila in
Burkina-Faso che coltivano la spirulina
per i casi di denutrizione infantile degli ospiti del centro. Ma il
ricordo più vivo è senza dubbio quello dei giorni al villaggio di Dafo, ai
momenti di gioia e d'euforia all'arrivo del pulmino dopo 23 giorni di viaggio,
delle interminabili discussioni con gli amici togolesi e con il volontario
Daniele Smoglica di Torino che ha seguito al villaggio i lavori di scavo, fino
al giorno dell'inaugurazione della biblioteca pubblica, primo progetto
dell'associazione AFRICASA, che sarà ad uso della scuola locale per dei corsi
di alfabetizzazione.
Un viaggio che ha avuto, come in una storia, il
suo lieto fine e che avrà delle conseguenze nel presente, con il termine della
lavorazione per trasportare l'acqua dalla sorgente al villaggio con l'utilizzo
di pannelli solari, e nel prossimo futuro con l'avvio dell'utilizzo del pulmino
per il trasporto pubblico e per rendere quindi il villaggio di Dafo meno
isolato. Ma ogni storia è fatta di
personaggi, e a me non resta che ringraziare chi, da quel giorno di Marzo fino
ad oggi, ha reso possibile realizzare questo sogno, ora ogni persona del
villaggio di Dafo può avere accesso facilmente all'acqua, un diritto umano e
una necessità quotidiana è ora possibile grazie all'impegno di ogni singola
persona.
"Si chiama Mal d'Africa ed é l'unica
malattia dalla quale non voglio guarire"
Toni Bocale - Associazione AFRICASA ONLUS
web: www.africasaonlus.it - mail:
africaeparole@gmail.com
blog: africasa.blogspot.com
- info: 328.7414184
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